Liliana Cavani nasce a Carpi, in provincia di Modena.

Liliana Cavani e Leo Pescarolo - festival di Venezia 1968Suo padre è un architetto mantovano, sua madre un’appassionata di cinema che porta la figlia al cinema tutte le domeniche. Si laurea in Lettere Antiche a Bologna nel 1959. Negli anni dell’università fonda a Carpi, con alcuni amici, un cineclub che le permette di vedere e di far vedere i film che non arrivano nel paese. Dopo la laurea, a Roma, frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia, corso di regia. Ottiene il diploma coi corti Incontro notturno e La battaglia, con cui vince il “Ciak d’oro” che il Centro conferisce al migliore corto di fine corso. Mentre frequenta la scuola di cinematografia, Liliana Cavani vince un concorso Rai che la inserisce in un gruppo di funzionari (Guglielmi, Silva, Romanò, Gennarini), animati dal desiderio di raccontare agli italiani, attraverso i documentari, la storia contemporanea e la realtà sociale del Paese. Firma così lavori che vanno dalla Storia del Terzo Reich a La donna della Resistenza (1965). Subito dopo realizza Francesco d’Assisi, il primo film prodotto dalla Rai, con Lou Castel, della cui forza espressiva Cavani era rimasta colpita ancor prima dell’uscita de I pugni in tasca di Marco Bellocchio. Tra gli attori anche Mino Bellei, Riccardo Cucciolla, Marco Bellocchio. Lo stile del film è aspro e forte, caratterizzato da un linguaggio già sperimentato nelle inchieste. Il film ottiene un grande successo, ma scatena altresì molte reazioni (compresa un’interpellanza parlamentare del MSI), soprattutto per il modo del tutto originale di rappresentare il santo. Il film partecipa al Festival di Venezia fuori concorso nel 1966. Nel 1968 Liliana Cavani dirige Galileo, con cui mette a fuoco il conflitto seicentesco tra scienza e religione; tema capitale al centro di un dibattito mai risolto del tutto. Lo scienziato Galileo pensa che la verità debba essere dimostrata dal metodo sperimentale, mentre la Chiesa impone viceversa il credo biblico. La sua certezza porta Galileo a credere di poter convincere il clero all’evidenza; si inganna e così finisce nelle mani dell’Inquisizione. Il film è censurato dalla Rai perchè considerato anticlericale. Non fu mai trasmesso. Tra gli interpreti, Cyril Cusack protagonista (attore irlandese fondatore del famoso Abbey Theatre di Dublino), Lou Castel, Giulio Brogi, Paolo Graziosi. Presentato in concorso a Venezia, Galileo ebbe successo, e trovò un distributore, la Cineriz. Nel 1969 Cavani porta sullo schermo I Cannibali prodotto dalla Euro Cinematografica. Se Francesco d’Assisi fu considerato anticipatore dei temi della contestazioneLiliana Cavani con Giulio Albonico e Lucia Bosèsul set di L’ospite (1971) del ‘68, I cannibali ne fu un’esplicita espressione. Ispirato all’Antigone di Sofocle, il film racconta la lotta di una ragazza contro l’autorità che impedisce di seppellire i corpi dei ribelli uccisi dalla polizia, affinchè servano da monito per i cittadini. La coraggiosa ragazza, unica ribelle in una città piegata dalla dittatura, è aiutata soltanto da un giovane che parla una lingua sconosciuta. L’esempio dei due giovani verrà presto seguito da altri coraggiosi. I “cannibali” sono i giovani che - dichiara la regista – “rifiutano la civiltà se essa deve essere quella del regime vigente”. Il film pone infatti con forza e passione il conflitto tra pietà e legge, ed è radicato nel contesto storico e politico di quegli anni nei quali veniva posto da più parti il tema della “umanizzazione” del potere. Tra gli interpreti Britt Eckland, Pierre Cleménti, Thomas Milian, lo scrittore Francesco Leonetti. Nel 1971 la Cavani dirige L’ospite, un film sul disagio mentale in cui si racconta la storia di una donna ricoverata in un manicomio che, una volta uscita, cerca invano di inserirsi nella società. Film “pre-riforma” Basaglia raccontato con un impronta da cinema-verità, L’ospite vuole cogliere il disagio estremo di un’istituzione che somiglia non poco ai lager. Tra gli interpreti Lucia Bosè protagonista, Peter Gonzales e Glauco Mauri. Il film realizzato con un budget minimo fu invitato a Venezia fuori concorso. Nel 1972 Liliana Cavani si appassiona ad un testo classico della letteratura tibetana, Milarepa, mistico del X° secolo. Il film mette in scena con rigore l’estraneità di una cultura diversa dalla nostra e che tuttavia coincide nel bisogno universale di chiarire la propria ragion d’essere. L’esperienza mistica di Milarepa raccontata nel film, è un viaggio nella mente che coinvolge il protagonista, uno studente che immagina se stesso nei panni dell’avventuroso eremita. Il film ipotizza che i travagli del giovane Milarepa siano in gran parte gli stessi che si agitano nell’animo di un giovane occidentale, combattuto tra ricerca di sapere e ricerca di potere. Con Il portiere di notte (1973) la Cavani si concentra sull’indagine dell’ambiguo rapporto tra vittima e carnefice. La rottura dello schema del racconto tradizionale cinematografico, che in genere non ammette che il protagonista possa essere un nazista, un “eroe” del male, ha provocato al film polemiche infinite, soprattutto in Francia. In Italia viceversa il motivo dello “scandalo” è stato, al solito, fondato su questioni di sesso, nonostante il film avesse ricevuto il sostegno di importanti critici. Il film indaga l’ambiguità della natura umana; in generale nel rapporto tra il Fürher e i suoi fanatici devoti, e in particolare nel mistero del rapporto tra vittima e carnefice. Ambientato a Vienna nel 1954, il film ha come protagonista un ex nazista portiere Liliana Cavanid’albergo, che ritrova casualmente Lucia, una vittima sopravissuta al lager, con la quale aveva avuto una relazione sadomaso. Il rapporto riprende, ma Lucia nel frattempo è diventata una testimone pericolosa della quale altri nazisti vogliono liberarsi. Il film, al centro di continui dibattiti, ebbe un grande successo di pubblico in Italia e all’estero, dando alla regista una notevole fama internazionale. Gli attori sono Dirk Bogarde, Charlotte Rampling, Philippe Leroy, Gabriele Ferzetti.Nel 1977 la Cavani termina Al di là del bene e del male. Il film racconta le ultime vicende della vita di Nietzsche focalizzandosi sul suo rapporto sentimentale con Lou Andreas-Salomè. Nella Roma di fine Ottocento, Paul Rèe incontra Lou e vuole sposarla, ma Lou, una russa moderna e curiosa, è in Europa per studiare e fare esperienza. Suggerisce un mènage a trois che comprenda l’amico Nietzsche. Un chiaro rifiuto della morale borghese destinato però a fallire. Nietzsche impazzisce, Paul si scopre omosessuale e soltanto Lou riuscirà a vivere la sua vita e a soddisfare le sue esigenze intellettuali all’insegna di un convinto protofemminismo. Il film fece molto discutere ed ebbe problemi di censura in Italia a causa di alcune scene ritenute “spinte”. Gli attori sono Dominique Sanda, Erland Josephson, Robert Powell. Nel 1980 la regista carpigiana termina per la Gaumont il film La pelle. Nella Napoli del 1944 lo scrittore Curzio Malaparte, interprete al servizio del generale americano Cork, ha il compito di fare da guida nella città alla moglie di un senatore americano. È un viaggio “infernale” attraverso una città in preda alle necessità primarie, in cui per la fame si fa mercato di tutto. Liberamente ispirato al romanzo di Malaparte, il film vuole essere la fotografia del degrado di una città prima sconvolta dalla guerriglia, e poi occupata. L’idea centrale è la dimostrazione che da sempre a perdere le guerre sono soprattutto donne e bambini. Tra gli interpreti Marcello Mastroianni, Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Carlo Giuffrè, Peppino Barra oltre ad un vasto numero di attori napoletani. Il film ha un grande successo di pubblico (vince il Biglietto d’Oro) e va in concorso a Cannes. Nel 1985 la regista dirige Interno berlinese ispirato al romanzo di Junichiro Tanizachi, La croce buddista. Con questo film la Cavani termina quella che lei considera laLiliana Cavani con Mio Takaki e Gudrun Landgrebesul set di Interno Berlinese (1985) “trilogia tedesca”, intendendo tre lavori fondati su quel Novecento germanico che ha impregnato a fondo la cultura d’Europa. Ambientato nella Berlino del 1938, alle soglie della guerra, il film racconta la storia di una coppia che viene irretita dalla giovane figlia dell’ambasciatore giapponese e trascinata in un triangolo sessuale perverso e misterioso. Cifre, gesti e simboli di culture diverse (Germania e Giappone) che si attraggono perché tenacemente resistenti alla modernità. Il film è presentato in concorso al Festival di Berlino.Nel 1989 si conclude il film Francesco. La regista realizza il desiderio di tornare sulle tracce di quel personaggio che non aveva mai dimenticato. L’intento è quello di “andare più a fondo - dichiara la regista - nell’analisi di un’esperienza umana così speciale e nella sua specificità tanto inattuale da essere sempre attuale”. Il protagonista è Mickey Rourke con Helena Bonham Carter. Il film ha successo di pubblico e va in concorso a Cannes. Dove siete, io sono qui? del 1993 entra nel difficile mondo dell’handicap. La regista racconta, attraverso la storia di due giovani sordomuti, che comunicare senza parole può significare altra ricchezza. Gli interpreti sono Anna Buonaiuto, Gaetano Carotenuto, Valeria D’Obici. Il film è presentato fuori concorso a Venezia. Nel 2002 Liliana Cavani dirige Il gioco di Ripley (Ripley’s game). Il film viene proposto alla Cavani dalla compagnia americana Fine-Line ed è tratto dal romanzo di Patricia Highsmith. Ripley è un personaggio dotato di puro cinismo, ma ricco di leggerezza e di amore per le cose belle — oggetti o case — per ottenere le quali non bada a scrupoli. Privo di “fisime” moralistiche, si aggira per il mondo “come se questo fosse lì che aspetta soltanto di essere goduto da chi ha l’abilità di afferrare”. Tra gli interpreti John Malkovich, Lena Heady, Ray Winstone, Dougray Scott, Chiara Caselli. Ha avuto particolare successo in Inghilterra. È stato presentato fuori concorso a Venezia. Dall’incontro con Claudia Mori nascono due lavori per il settore Fiction della Rai. Nel 2005 esce De Gasperi, l'uomo della speranza, dedicato allo statista democristiano, e nel 2008 Einstein. Quest’ultimo progetto nasce dal desiderio della Cavani “di far capire la bellezza e l’importanza delle scoperte scientifiche basilari fatte nella prima metà del secolo scorso, un secolo, per altri versi, tragico”. Nel corso degli anni, a partire dal 1979, anno nel quale inaugurò il Maggio Fiorentino con Wozzeck, la Cavani ha realizzato la regia di diverse opere liriche per numerosi teatri d’Europa.Dal 1996 al 1998 è stata consigliere di amministrazione della Rai .Nel 2001 riceve a Roma la Laurea Honoris Causa dall’Università LUMSA (Libera Università Maria SS. Assunta).